giovedì 19 febbraio 2009

L'ospite è Dio

Viaggiando per l'India, soprattutto nelle località meno battute dal turismo internazionale, capita sovente di imbattersi in monumenti di grandiosa bellezza, ma purtroppo lasciati nella quasi completa incuria e alla mercé dei vandali. 

Ne è un esempio calzante la maestosa fortezza di Gwalior, nello Stato del Madhya Pradesh, pressoché totalmente fuori da qualunque tour organizzato e non, dove gli edifici che una volta ospitavano la fastosa corte degli Scindia sono ridotti ormai in uno stato che ricorda decisamente le periferie delle nostre città.

Può poi capitare di essere oggetto di raggiri, schernimento e anche di un sasso lanciato da un ragazzino dotato di scarsa mira e di ancor minore educazione in una via di Bhopal. Chi rischia di più in assoluto sono le ragazze occidentali, di cui i ragazzi indiani hanno sovente un'immagine distorta, complice la trasmissione da parte delle emittenti locali di soap opera come "Beautiful", che sicuramente non annoverano modelli di virtù tra i protagonisti e che vengono prese, specie nell'India delle piccole città, come metro di giudizio su tutto l'Occidente, come ci ricorda Pankaj Mishra nel divertente libro "Pollo al burro a Ludhiana".

Per combattere questi fenomeni di malcostume, che rischiano di ledere l'immagine dell'India come meta accogliente per i turisti, il Ministero del Turismo ha recentemente lanciato una lodevole iniziativa di sensibilizzazione sul tema: Atithi Devo Bhavah. Sotto l'aspetto concettuale, la campagna pubblicitaria appare molto azzeccata, grazie ad una sapiente miscela di tradizione, rappresentata dal nome stesso dell'iniziativa, un antico detto sanscrito traducibile letteralmente come "l'Ospite è Dio [e come un Dio va trattato]", e di modernità, grazie alla scelta di un attore in voga quale Aamir Khan come testimonial.

Non resta che augurarsi che il messaggio venga recepito.

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